La dichiarazione di successione

Gli eredi e i legatari devono presentare in via telematica all'Agenzia delle entrate la dichiarazione di successione, che indica i beni immobili di proprietà del defunto, i conti correnti, gli investimenti finanziari, i crediti e i debiti, entro un anno dalla morte.
Il nostro studio può assistervi per la compilazione e la presentazione della dichiarazione di successione e in tutti gli adempimenti connessi (voltura catastale, pubblicazione del testamento, atto notorio per le banche, etc.).


Gli eredi e i legatari sono obbligati a presentare la dichiarazione di successione entro un anno dalla morte. L'obbligo grava anche sui chiamati all'eredità che non abbiano ancora accettato né rinunziato, sui loro legali rappresentanti e sugli esecutori testamentari. E' comunque sufficiente che la dichiarazione sia sottoscritta da uno qualsiasi dei soggetti obbligati.
La dichiarazione di successione deve essere redatta utilizzando il modello ufficiale, e presentata, per via telematica, all'ufficio dell'Agenzia delle entrate competente in base all'ultimo domicilio del defunto. Per chi è deceduto all'estero vale l'ultimo domicilio in Italia, se conosciuto, altrimenti è competente l'ufficio dell'Agenzia delle entrate di Roma.
La redazione della dichiarazione di successione presuppone la conoscenza delle norme del codice civile e della normativa fiscale, quindi è opportuno farsi assistere da un notaio, o comunque da un professionista qualificato.
L'imposta di successione non deve essere pagata immediatamente, ma solo quando viene liquidata dall’Agenzia delle entrate, dopo la presentazione della dichiarazione, con un avviso notificato ai contribuenti. Il pagamento deve avvenire nei 60 giorni successivi alla richiesta. Tutti gli eredi sono responsabili in solido per il pagamento dell'intera imposta dovuta da essi e dai legatari, mentre questi ultimi rispondono solo della quota di loro competenza.
Quando nell’eredità sono compresi beni immobili, occorre invece liquidare e versare, contestualmente alla presentazione della dichiarazione di successione, l’imposta ipotecaria (2%), l’imposta catastale (1%), l’imposta di bollo e le tasse ipotecarie. La dichiarazione di successione telematica comprende un prospetto relativo all’autoliquidazione delle imposte, e l’autorizzazione all’addebito su conto corrente.
Nella dichiarazione di successione devono essere indicati i dati anagrafici del defunto e degli eredi e legatari, specificando il rapporto di parentela con il defunto.
Nella dichiarazione di successione deve inoltre essere riportata la descrizione analitica di tutti i beni e diritti soggetti all'imposta, con il relativo valore. Devono dunque essere indicati i beni immobili che erano di proprietà del defunto, le aziende, le partecipazioni in società di qualsiasi genere, i conti correnti bancari e tutti gli investimenti finanziari, con la sola eccezione dei titoli di Stato o equiparati. Per quanto riguarda i conti correnti bancari e gli investimenti finanziari è quindi necessario chiedere alle banche o agli intermediari finanziari con cui il defunto intratteneva rapporti di comunicare per iscritto la situazione al momento della morte, specificando il saldo dei conti e il valore dei titoli o dei fondi di investimento. I conti correnti, i titoli e i rapporti cointestati tra il defunto e altre persone si considerano ripartiti in quote uguali tra loro, salvo prova contraria. Quindi, in caso di cointestazione tra il defunto e un altro soggetto, il valore da indicare nella successione è pari alla metà. Per evitare comportamenti elusivi la legge prevede che nel saldo dei conti correnti bancari non si tenga conto degli addebiti dipendenti da assegni presentati al pagamento nei tre giorni precedenti la data della morte. Si può dunque tenere conto solo degli assegni presentati per il pagamento almeno quattro giorni prima della morte, indipendentemente dalla data di emissione.
Ricordiamo che si considerano sempre compresi nell'attivo ereditario denaro, gioielli e mobili per un importo pari al dieci per cento dell'asse ereditario, a meno che risulti un importo inferiore dall'inventario analitico redatto a norma di legge (da un notaio o dal cancelliere del tribunale).
Nella dichiarazione di successione devono essere indicate anche le passività deducibili, specificando i documenti che le dimostrano.
La dichiarazione di successione deve sempre essere presentata, anche quando il defunto non aveva beni immobili. E' prevista una sola eccezione.
Non c'è l'obbligo di presentare la dichiarazione di successione solo quando l'eredità è devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta del defunto (figli, discendenti o genitori), e l'attivo ereditario ha un valore non superiore a 100.000 euro (l’importo è stato aumentato dagli originari 25.823 euro a partire dal 13 dicembre 2014) e non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari. Ciò significa che la dichiarazione di successione deve essere presentata anche quando non deve essere pagata alcuna imposta, perché il patrimonio lasciato dal defunto è inferiore alla franchigia prevista dalla legge, e non ci sono immobili sui quali applicare le imposte ipotecarie e catastali.
Il coniuge e i figli del defunto dovranno dunque presentare la dichiarazione di successione indicando tutti i beni lasciati dal defunto, con il loro valore, anche se poi dovranno pagare solo le imposte ipotecarie sugli immobili eventualmente compresi nell'eredità, dato che l'attuale importo della franchigia garantisce nella maggior parte dei casi l'esenzione dell'imposta di successione. Ricordiamo anche che la prova della presentazione della dichiarazione della successione deve sempre essere richiesta dalle banche prima di poter mettere a disposizione degli eredi i rapporti già intestati a nome del defunto.
Le banche possono anche chiedere la prova della qualità di eredi. Normalmente questa prova consiste in un atto notorio, nella quale due persone, che non devono essere parenti degli eredi né interessati in qualche modo all'atto, si presentano davanti al notaio per dichiarare sotto giuramento chi sono gli eredi del defunto, avendone diretta conoscenza. Alcune banche si accontentano però di una dichiarazione sostitutiva di atto notorio, resa direttamente dagli eredi, sempre davanti al notaio. E' quindi opportuno chiedere alla propria banca quale documentazione occorre presentare. E' inoltre necessaria una copia autentica del verbale di pubblicazione del testamento, se presente, ed eventualmente una copia autentica della rinuncia all'eredità da parte di qualcuno degli eredi.
Se il defunto era titolare o cointestatario di una cassetta di sicurezza, essa non può essere aperta se non in presenza di un notaio oppure di un funzionario dell'Agenzia delle entrate, che redige il verbale del suo contenuto. Il verbale deve essere allegato alla dichiarazione di successione.

I documenti da portare al notaio per la dichiarazione di successione

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